Prime Esperienze
Marta, la mia compagna di banco!
di cris35
26.08.2012 |
56.641 |
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"Stavolta se ne accorge, o meglio, stavolta me lo fa notare..."
Che palle!!!! Non ce la faccio più, fa caldo, manca poco alla fine dell’anno scolastico, voglio le vacanze!!! Anche se prima ci sono gli esami di maturità, la mia testa è già oltre, al mare, gli amici, le serate, far tardi, bere e se Dio vuole anche qualche bella avventura!!!Ne parlo con la mia compagna di banco, Marta, ogni giorno, le racconto cosa farò quest’estate, le due settimane a Jesolo con gli amici, le aspettative, i desideri… Marta ed io siamo in banco assieme dalla prima, 5 anni di confidenze, di sincera amicizia, lei è bellissima, non solo perché ne sono innamorato, ma è proprio bella e l’unico difetto che ha è il suo ragazzo, che a me sta parecchio sui maroni, ma mi riservo dal confidarle sta cosa…
Conosco tutto di lei e lei di me, sa anche quello che provo, e il periodo che è susseguito alla mia dichiarazione è stato a dir poco impegnativo, eravamo entrambi imbarazzati, poi col tempo le cose sono tornate alla normalità, io non c’ho mai provato alla fine, le ho solo detto quello che provavo, e quando lei ha capito, poi tutto è migliorato, la complicità è aumentata, la nostra amicizia va oltre quello che è la scuola, ci sentiamo anche al pomeriggio, la sera, nei weekend, lei sa che ci sono a qualunque ora e non è la prima volta che mi chiama di sera perché in crisi col fidanzato…
Lei per me c’è, compatibilmente col suo impegno, e a me basta, è una cara ragazza e le voglio un bene dell’anima!!!!
Sono gli ultimi giorni questi, oltre al giramento di palle, un velo di tristezza si affaccia nel mio viso, so che tra poco inizierà una nuova vita, mi dovrò abituare all’idea di vederla meno, o addirittura di non vederla più…
Finita la scuola mi aspetta il lavoro, i miei genitori hanno una pizzeria d’asporto e per il momento andrò a dar loro una mano, Marta ha deciso che continuerà a studiare, perché oltre ad essere una ragazza stupenda è una testa tanta, non so quante volte mi abbia salvato il culo a scuola in questi anni, senza mai chiedere niente in cambio…
E’ il giorno della cena di classe oggi, visto che è l’ultimo anno abbiamo deciso per un agriturismo, una cosa seria insomma, dove il vino scorre a fiumi e dove possiamo stare seduti a tavola senza dover mangiare in fretta per liberare il tavolo!! Siamo tutti, sono venuti anche alcuni professori, quelli con cui siamo più legati e che ogni anno ci accompagnano anche in gita, la tavolata è imbandita di ogni ben di Dio, bottiglie di Tai ogni due posti, ci sistemiamo maschietti da una parte e ragazze dall’altra, i prof in mezzo da spartiacque. Mi sento un po’ spaesato perché abituato ad avere Marta vicino, ma ho comunque un buon rapporto anche con i ragazzi, con Michele in particolare, siamo seduti vicino, e tra un brindisi e l’altro dopo l’antipasto ci siamo già scolati un litro di vino….a testa!!! Mi sento euforico, dopo il bis di primi mi alzo in piedi sulla sedia e attiro l’attenzione dei commensali, inizio a raccontare qualche barzelletta, i miei cavalli di battaglia si susseguono uno all’altro tra le risate di tutti, compresi gli altri tavoli, Michele si alza a sua volta e inizia pure lui a raccontare qualche altra storiella, vedo persone piegate in due, con le lacrime agli occhi, l’atmosfera si scalda, le barzellette cominciano a vertere su argomenti piccanti, l’ilarità sale sempre di più, mi sento euforico, finchè incrocio gli occhi di Marta, sta sorridendo, ma non è felice, la vedo subito, riconosco quegli occhi… l’arrivo dei secondi mi salva, mi risiedo e ricominciamo a mangiare, faccio finta di niente, rido e scherzo ma il mio pensiero, sebbene offuscato dal vino, è per lei, la mia Marta che non sta bene, che non si sta divertendo, che è triste….
E’ mezzanotte, siamo alle grappe, un giro per gusto, devo avere un fegato importante, perché mi sento ancora in forze, più o meno lucido diciamo, canti e risate si susseguono, è stata una bella serata, nonostante quel velo di tristezza…
Ci congediamo, domani siamo a casa, abbiamo il tempo di recuperare la sbornia con calma, Marta si defila, evita il mio sguardo, la cerco…
“Sei uno stronzo!!!!” mi fa lei
“Perché?” rispondo candido io
“Perché? E me lo chiedi? Non mi hai cagata tutta la sera, hai bevuto come Alfa 75 col doppio corpo, e sai quanto mi da fastidio!!! Non sei ingrado di guidare, io sono in macchina con te e ho paura, e mi chiedi perché????”
Dimenticavo che i genitori di Marta hanno un’officina e lei ha un senso dell’umorismo sopraffino…
“Ma io…”
“Ma io cosa??? Sei uno stronzo e basta, potrebbe essere una delle ultime che ci vediamo e la butti via così, sai che ti dico, vaffanculo Alberto!!! E adesso vedi di portarmi a casa senza problemi, o devo trovarmi un altro passaggio?”
“No no, ti porto a casa io, la tua sfuriata mi ha svegliato….”
In macchina non apriamo bocca, lei girata verso il finestrino a guardare qualche punto perso nel buio della notte, io concentrato nella guida, fortunatamente non devo fare molta strada e la stanchezza deve ancora affacciarsi. Siamo sotto casa sua, il gelo, neanche due secondi per salutarci che apre la portiera e scende, la sbatte e sparisce dentro casa, un vuoto mi prende lo stomaco…
La notte passa insonne, sono nervoso, guardo continuamente il telefonino, aspetto un messaggio che non arriverà mai, non so se faccio bene a mandarglielo io, ci penso, penso, penso….sono le sei di mattina ormai, ho consumato le lenzuola da quanto mi sono rigirato nel letto, mi alzo, una doccia e scappo fuori, ho bisogno d’aria, ho bisogno di pensare, di camminare, ho bisogno di smaltire la nottata… inconsciamente sono arrivato sotto casa di Marta, le persiane di casa sua sono abbassate, è ancora presto, schiaccio il tasto invio del telefonino, l’sms “sono sotto casa tua” è partito, non posso tornare indietro…
“ti apro, sali”
L’avrò letto venti volte in due secondi, il tempo di sentire il portoncino aprirsi, salgo le scale a fatica, le gambe tremano, non so come cominciare il discorso che le dovrei fare, lungo la strada ne ho pensati tanti, ho fatte le prove, ma nessuno andava bene… la porta di casa è socchiusa, si vede uno spiraglio di luce uscire nel pianerottolo, non è la prima volta che entro in questa casa, ma questa volta mi manca l’aria, questa volta è diverso, questa volta non è come tutte le altre volte…
La porta si apre da se, vengo invitato ad entrare, Marta è dietro la porta, gli occhi gonfi di chi ha pianto per ore, lo sguardo duro di chi è arrabbiato, mi sento in difficoltà, non riesco a sostenere quegli occhi…
Entro e mi accomodo in salotto, lei mi segue, siamo in piedi al centro della sala, uno di fronte all’altra, le lacrime prendono il posto della rabbia nei suoi occhi, mi lancia le braccia al collo e mi abbraccia, mi stringe forte, mi sta togliendo il respiro, mi ha preso di sorpresa, non me l’aspettavo, non riesco a dire niente, fa tutto lei…
“Sei uno stronzo Alberto, non dovevi farmi salire ieri sera, ho pianto tutta la notte per colpa tua, mi hai fatto male…”
“Marta…” non riesco a dire altro, la abbraccio a mia volta, la stringo forte, la sento vicina, la sento mia per un momento, nonostante sia arrabbiata con me, mi godo l’abbraccio, mi godo la sensazione del suo corpo sul mio, aderente, sento alla perfezione le sue curve, il seno libero premere contro il mio torace, sento la sua pancia sulla mia, sento il suo bacino contro il mio, i suoi piedi nudi sopra le mie scarpe, e lei che sembra non accorgersi di come sto io adesso…
Non si muove, sta li appoggiata, sul mio volere, sui desideri soffocati in solitudine chiuso in bagno a casa, la stretta del suo abbraccio è ancora forte, si, sono eccitato, e lei non si stacca…
Dopo attimi interminabili Marta scende dai miei piedi, un po’ di luce appare nei suoi occhi, mi guarda e comincia a spiegarmi il suo malessere, mi rimprovera nuovamente per il mio comportamento di ieri sera, e poi aggiunge che ha problemi anche col suo fidanzato, mentre parla comincia a piangere, mi chiede scusa per come mi ha aggredito, ieri aveva bisogno di parlare e io non c’ero per lei, la prima volta in questi anni che non c’ero, e le ha fatto male questo, le ha fatto male la mia assenza, si è resa conto che le sono mancato e si è arrabbiata con se stessa, e facendo questo mi ha travolto con la sua ira…
Non la lascio finire, la abbraccio nuovamente, so quanto la fa star bene questo, le mie braccia che la stringono, che la fanno sentire protetta, le faccio mancare il fiato, di nuovo il suo corpo contro il mio, di nuovo il respiro che si fa corto, di nuovo….
Stavolta se ne accorge, o meglio, stavolta me lo fa notare..
“Alberto, che hai oggi?”
“Scusa Marta, è meglio che vada, ho già fatto danni che basta tra ieri e oggi, è meglio se mi calmo, poi ti chiamo così parliamo un po’…”
“Guai a te se te ne vai, non mollarmi dal tuo abbraccio, non lasciarmi sola, non adesso, ti prego Alberto, non andare…”
La sua voce si fa sottile, le sue labbra scaldano le mie guance con un lieve bacio, mi sembra di prendere fuoco…
“Non andare via Alberto, non adesso, per favore…”
Piccoli bacini si susseguono fino a sfiorarmi le labbra, io sono pietrificato, le sue braccia non si staccano dal mio collo, le sue labbra nemmeno, mi cercano, mi trovano, mi baciano, una, due, tre volte…il momento che ho sempre sognato si sta avverando, ma rimango pietrificato…
Marta non è una che si perde d’animo, sentendo la mia immobilità, inizia dolcemente ad accarezzarmi, mi prende le mani e se le appoggia sul seno, mi accompagna nei movimenti che a poco a poco le fanno tornare la luce negli occhi, mi aiuta a spogliarla di quel poco che ci divide, una magliettina in cotone per lei e poco altro per me, i nostri corpi nudi ormai si accarezzano, le nostre bocche si baciano…
“Marta, lo sai che…”
“Si Alberto, mi ami, lo so, credo di essere caduta anch’io sai?”
“Marta…”
“Alberto…”
Lenta lei scende alla scoperta del mio segreto, l’unica cosa che di me non conosce, il calore della sua mano mi manda in visibilio, la stretta attorno alla mia pelle mi fa sussultare, il lento movimento della sua mano mi fa sognare
“Marta, che fai? Lo sai che…”
“Si Alberto, so anche questo, non ti preoccupare, voglio essere l’unica…”
Ho perso la testa a queste parole, Marta sa che sono vergine, e questo suo voler essere l’unica mi apre una prospettiva diversa…
Sento un calore diverso, guardo la testa di Marta dall’alto, la vedo muoversi avanti e indietro verso il mio pube, il calore che sento è la sua bocca che possiede il mio pene, è il primo della mia vita, è una sensazione che non ha espressioni, mi lascio travolgere dalla voglia di lei
“Andiamo di la Alberto, ho una cosa da dirti…”
La seguo verso camera sua, vedo il letto sfatto, assomiglia al mio, segno di chi stanotte non ha dormito, mi fa distendere sulle lenzuola che hanno il suo profumo, vengo avvolto per l’ennesima volta da lei, come ogni mattina a scuola, come ogni volta che ci vediamo fuori da scuola, Marta si avvicina e si distende sopra di me, mi bacia, mi sussurra dolci parole di scuse, la sua mano si riprende il mio essere uomo, fatico a rendermi conto di quello che succede, tutto troppo bello, tutto troppo intenso, tutto un sogno, Marta si appoggia la punta del mio pene li nel posto più bello del mondo, sento una piccola morsa umida impadronirsi di me, il movimento del corpo di lei mi fa capire che la mia “prima volta” si sta consumando, sono uomo anch’io adesso, sono il suo uomo e lei si sta concedendo a me, che la amo da una vita…
“Marta mi fai impazzire, sto per venire, è troppo bello!!!”
“Amore, fammi sentire quanto mi vuoi, vieni, vieni dentro di me!!!”
“Marta, non resisto…”
“Lasciati andare Alberto, lasciati andareeeeeeeeeee”
La sento accelerare, ho paura di venire, cerco di trattenermi, mi fa un po’ male credo, o non lo so, sensazioni contrapposte si stanno alternando nel mio corpo, un fremito, vengo….
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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